No body is perfect : anche quest'anno al Premio Tomeo

Tomeo_1Nel pomeriggio di sabato 24 maggio, al Teatro Ballarin di Lendinara, il Gruppo Teatro Primo Levi, dell’omonimo Istituto Badiese, diretto da Georg Sobbe con lo spettacolo “No body is perfect”  su un testo di Julia Haenni, ha partecipato al Premio Tomeo 2025, l’oscar del teatro dei ragazzi del Polesine. Il laboratorio teatrale, finanziato con i Fondi Strutturali Europei – Programma Nazionale “Scuola e competenze” 2021-2027, è iniziato nel dicembre dello scorso anno e ha portato a questo spettacolo, definito “molto toccante, emozionante e commovente” dai presenti, proprio per la capacità degli studenti e delle studentesse di calarsi nei loro ruoli e di affrontare l’importante prova in modo serio e responsabile, dimostrando una volta di più la competenza di Georg Sobbe, che da anni guida il laboratorio di teatro al Primo Levi. Per poco più di un’ora, il pubblico si è lasciato emozionare anche fino alle lacrime, da questa piece teatrale, che fa riflettere sul tema dell’autenticità in una società in cui invece vengono proposti continuamente dei modelli di riferimento di bellezza ideale, che porta molto spesso gli adolescenti a sentirsi sbagliati e diversi.  “Tutti i sessanta minuti dello spettacolo sono stati pieni di tensione, di emozioni e della presenza forte di questi giovani sulla scena; - racconta la prof.ssa Rosanna Antoniolli, una delle docenti coinvolte nel progetto - Si è realizzata la funzione catartica del teatro, come nel teatro greco, perché attraverso le emozioni suscitate dagli attori e dalle attrici è avvenuta la liberazione dell’anima degli spettatori, che hanno potuto riflettere sul modo in cui laTomeo_2 società contamini la natura di tutti, a volte in modo subdolo. Inoltre, è stata un’ulteriore conferma della capacità del regista, che ancora una volta ha saputo valorizzare i tratti peculiari di ciascuno; è una compagnia in cui non emergono un primo attore o una prima attrice, ma hanno tutti la loro importanza, anche coloro che hanno meno spazio recitativo.” Commenti lusinghieri anche da parte del pubblico “Non è semplice dire ciò che provo – commenta visibilmente commosso un genitore - nell’aver visto questi ragazzi, che hanno trattato un problema attualissimo e gravissimo con la freschezza e la naturalezza della loro età. Credo che tutti stasera, anche noi adulti, torniamo a casa facendoci qualche domanda, un esame di coscienza, su come da oggi dovremmo guardare ai nostri figli, ai loro turbamenti.” “Quello delle attrici e degli attori è stato un vero e proprio percorso personale di comprensione delle dinamiche dell’accettazione del proprio corpo e della difficoltà di superare il contrasto con ciò che invece è propinato come un canone assoluto. - Racconta la prof.ssa Rosella Giarola, anche lei una docente coinvolta nel progetto – non a caso è stata ripetutamente usata la parola virus, proprio perché è come se fossimo tutti contagiati e allo stesso tempo strumento di contagio. Sottolineo la portata emotiva del monologo sull’anoressia fatto allo specchio, davvero un momento molto molto toccante, e la riflessione, fatta alla fine da uno dei ragazzi, sul fatto di parlare davanti a tutti di sesso, perché accettare il proprio corpo implica, soprattutto a questa  età, la scoperta del sesso con tutto quello che c’è intorno, è stata presentata chiaramente la difficoltà di parlare di alcune cose davanti a tutti, perché un conto è farlo con gli amici un conto è farlo sul palco.” Colpito e soddisfatto anche il Dirigente Scolastico Amos Golinelli “Sobbe è indiscutibilmente bravo! Ha saputo guidare i ragazzi e le ragazze nel dare il meglio, secondo le loro caratteristiche; si vedeva che erano davvero orgogliosi di stare sul palco, da cui certamente sentivano che il pubblico era emozionato, del resto ci sono stati tanti applausi, anche a scena aperta. Ci si rende conto, anche attraverso queste esperienze, che coinvolgono i nostri studenti e le nostre studentesse al di là e più profondamente di quanto esprimano in classe, che questa generazione vive turbamenti potenti e ha bisogno di spazi in cui guardarsi da fuori, per vedere con maggiore lucidità ciò che la circonda. Il ruolo della scuola è molto cambiato negli anni e circostanze come queste, così appassionanti, ce lo fanno capire. Ben venga quindi la scuola che riesce a dare opportunità così arricchenti a questi giovani, che vedono gratificato il loro impegno e imparano anche qualcosa in più su come resistere alle dinamiche perverse del mondo in cui vivono.”

Prof. ssa Chiara Mora

https://www.rovigo.news/grandi-emozioni-per-il-gruppo-teatro-primo-levi/

Pubblicato il 26-05-2025